Slogan elettorali vincenti

Vediamo alcuni slogan elettorali che negli ultimi anni hanno fatto la storia in Italia, risultando vincenti. E  vediamo insieme anche perché sono così efficaci.

Come vedrete, nella lista non ci sono slogan elettorali divertenti o giochi di parole. Sono perlopiù slogan elettorali brevi e in grado di identificare contemporaneamente:

  • l’ideologia del politico o partito che li comunica
  • l’elettorato
  • l’avversario

Questi tre fattori sono molto importanti per costruire uno slogan elettorale efficace per la tua campagna elettorale, che tu partecipi alle elezioni comunali, regionali o nazionali che siano.

Iniziamo da un celebre slogan di Silvio Berlusconi, comunicato in una massiccia campagna di 6×3 nel 2001: “Meno tasse per tutti“.

Questo slogan comunicava un’ideologia ben precisa, quella che per Forza Italia meno tasse equivalgono a più libertà. Concetto ribadito nei mesi recenti dallo stesso Silvio Berlusconi che, garantendo il suo appoggio al governo Draghi, ha dichiarato di farlo proprio il nome di quello slogan “che non è uno slogan, ma un’ideologia”, con il presupposto di realizzare una riforma fiscale che abbassi le tasse.

Questo slogan comunica contemporaneamente la provenienza del leader, ovvero quella dal mondo dell’impresa che chiede da sempre meno pressione fiscale e identifica un nemico, ovvero la sinistra che invece ha sempre voluto passare i padroni.

Ricordiamo infatti che qualche anno dopo, nel 2007, Rifondazione comunista lanciò uno dei suoi slogan più riusciti e ovviamente è molto controverso: “Anche i ricchi piangano“, invitando il governo a tassare di più i ricchi durante la manovra finanziaria.

La Lega di Salvini ha sfornato diversi slogan che hanno permesso ad un partito a pezzi, dopo gli scandali che lo hanno travolto, di risalire la china, appunto, sotto la guida di Matteo Salvini. 

Ricordiamo lo slogan “a casa loro”, riferito ai migranti. Che prima era “aiutiamoli a casa loro”, nel senso di inviare aiuti in Africa e nei Paesi da cui vengono i migranti per evitare che si imbarchino verso l’Italia. Poi lo slogan è diventato “a casa loro” nel senso che quelli che arrivano qui, devono essere rispediti a casa loro.

Dall’evoluzione di questa idea nascerà un altro slogan che ha raccolto molti consensi a destra: “Prima gli italiani“.


Questo fu lo slogan della Lega nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018 che portò Salvini al governo.

Ancora una volta sono chiari:

  • l’ideologia, ovvero il nazionalismo
  • l’elettorato, ovvero gli italiani anti-immigrazione
  • l’avversario o nemico comune, ovvero gli immigrati e la sinistra che accoglie.

A questo slogan elettorale rispose Nicola Zingaretti pochi mesi dopo, per la campagna delle primarie del Partito democratico, che vinse. Il suo slogan, contrapposto appunto a “Prima gli italiani” è stato “Prima le persone”.

  • Ideologia di accoglienza e inclusione
  • Elettorato tollerante e moderato
  • Avversario: la destra salviniana che in quel momento era la prima forza politica.

Un’altra forza politica che ha saputo fare un uso sapiente degli slogan negli anni di maggior successo è il Movimento 5 Stelle.

Il “Tutti a casa” di Beppe Grillo nel 2013 portò il M5S al suo primo grande risultato elettorale. Era semplice, uno slogan elettorale breve, e aveva tutti gli elementi di cui abbiamo parlato:

L’ideologia: l’antipolitica

L’elettorato: i delusi dalla politica, quindi ex astensionisti

L’avversario: i partiti, identificati con la Casta

Internamente, il Movimento, aveva un altro slogan che rimase molto impresso: “Uno vale uno“.

Il suo scopo era quello di comunicare un concetto estremo di democrazia, tipico di un movimento in contrapposizione alla gerarchia dei partiti con un leader. L’opinione dell’ultimo militante vale come quella del primo eletto, era il senso, poi ritrattato e cancellato con la trasformazione del movimento 5 stelle in struttura gerarchica con leader e segreteria. 

Come ha rivisto, dietro uno slogan elettorale vincente, c’è uno schema ben preciso che lo rende efficace.

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