Dibattito TV Trump – Clinton: la mia analisi del linguaggio del corpo

Dopo le prime analisi a caldo su chi ha vinto e chi ha perso il primo dibattito tv fra Hillary Clinton e Donald Trump, abbiamo più tempo per analizzare aspetti più interessanti e, comunicativamente parlando, più rilevanti.

Ho effettuato un’analisi del linguaggio del corpo e in generale della comunicazione non verbale (ovvero oltre le parole) dei due candidati. Compreso lo sniffing (il continuo tirare su col naso) di Donal Trump, che ha fatto impazzire la rete.

La stretta di mano

Come insegno durante i miei corsi, la stretta di mano è uno dei momenti più importanti di un incontro fra avversari o alleati politici. Da come diamo o riceviamo la stretta di mano possiamo capire chi intende dominare l’altro e analizzare la sua reazione, capendo se è disponibile o meno a sottomettersi alle nostre richieste.

Trump Clinton dibattito stretta di mano

Dalla foto vediamo che Trump, dopo la stretta, dà un altro tocco alla Clinton: una mano poco sotto la spalla. Questo, esattamente come la mano sopra la spalla dopo la stretta di mano, è un segno di dominanza. Si vuole mostrare di avere il controllo sull’altro. La Clinton comunque resta ben eretta e, anche se a casa arriva la dominanza di Trump, lei comunque non si abbandona all’avversario.

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Vediamo che la Clinton guarda il pubblico, mentre Trump guarda lei. Una mancanza di rispetto quella della democratica il cui obiettivo è di attirare l’attenzione su se stessa. Come vediamo anche dal colore del suo vestito, di cui parliamo ora.

Vestiti

Al contrario di quanto si creda, il colore del Partito Repubblicano (partito di destra) è il rosso, mentre quello dei democratici della Clinton è blu. Uno schema inverso rispetto al nostro, dove il blu è il centrodestra e il rosso è la sinistra. Quindi la cravatta blu di Trump e il vestito rosso della Clinton sono stati scelti per altri motivi.

Trump usa spesso cravatte rosse, ma al dibattito ne aveva una blu elettrico. Esattamente dello stesso colore della base del leggìo. Sembrava il suo studio. Sicuramente aveva visto la scenografia in anteprima. Un consiglio che do sempre anche durante le mie consulenze, altrimenti si rischia di fare la fine di Nixon nel primo dibattito tv della storia, contro Kennedy. Nixon, vestito come la parete dello studio (in una tv in bianco e nero) è quasi scomparso dalla vista degli spettatori. Il blu inoltre è il colore della sicurezza  secondo la psicologia. Un colore adatto a Trump.

La Clinton era vestita di rosso, colore che ha ovviamente attirato l’attenzione su di lei. Colore energico, vivace, in contrasto con l’idea di una donna malata, idea che era impressa nella mente degli americani dopo il suo malore dell’11 settembre. Sembrare malati costituisce uno svantaggio enorme. Se sei malato manterrai la lucidità durante le situazioni difficili? Riuscirai a portare a termine il tuo mandato e il tuo programma?

I due gesti simbolo

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La Clinton ha sorriso molto. Per alcuni anche troppo. Questo da una parte le ha permesso di risultare meno antipatica, che è un suo problema. Dall’altra però le ha impedito di sembrare una vittima dell’orco – Trump. Credo che le sarebbe convenuto di più attirare su se stessa un po’ di vittimismo. Sarebbe risultata più umana (stesso effetto del sorriso), ma avrebbe reso antipatico Trump. Mostrarsi sensibili non è affatto un problema, pensiamo per esempio alle lacrime di Obama.

E veniamo allo sniffing, ovvero al tirare su col naso di Donal Trump.

Come se avesse il raffreddore, o come se avesse pippato cocaina. Sì, è questa la battuta (o insinuazione) che ha fatto il giro del web.

 

L’hashtag #sniffle è diventato subito popolare in rete. In ogni caso, ecco la spiegazione.

Il tirare su col naso di Trump non è cocaina, è stress
Trump era stressato e dunque in difficoltà? No, Trump era irrequieto, come un toro nell’arena. L’obbligo di contenersi, al quale è costretto dopo il calo dei sondaggi dovuto alle sue dichiarazioni choc, provoca un conflitto interiore in lui. Trump ha modificato il tono della sua voce e sorride di più. Ma in questo non è naturale, quindi dentro al suo corpo avvengono delle reazioni.
Essendo a disagio, la sua pressione del sangue sale. Quando la pressione sale, i piccoli vasi sanguigni nel naso (e dei lobi delle orecchie) si gonfiano, divenendo ingorgati di sangue. E quindi le narici si chiudono.

La conseguenza è che per prendere fiato è necessario inspirare più forte. Questo produce l’effetto raffreddore (o cocaina).

Inoltre, gli interventi di Trump sono molto lunghi e veloci. Quindi ha bisogno di molta aria per produrre un suono così prolungato.

In conclusione, dall’analisi complessiva della comunicazione non verbale dei due possiamo dire che abbiamo davanti due stili molto diversi. Trump ha voluto dimostrare di essere il maschio alfa, mentre la Clinton ha cercato di porre l’attenzione su se stessa, per distrarre dall’avversario.

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